Io cammino piano intendo quando faccio trekking, arrivo sempre alla meta, ma con i miei tempi; questo mi permette di godermi i panorami, scattare delle belle foto parlare molto a lungo con le guide!Durante il mio ultimo trekking alla Ciudad Perdida eravamo solo in 2 a parlare spagnolo e io ero quella che camminava con la guida, Jorman, questo mi ha permesso di imparare più che con qualsiasi libro i dettagli della vita colombiana e in maniera particolare della Sierra Nevada.
Una cosa abbastanza peculiare di questo trekking è che durante tutto il percoso incontri indigeni, la verità é che l’inconri un po’ ovunque nella Sierra Nevada dato che ce ne sono circa 2500, vestiti ancora come 300 anni fa, una veste bianca, capelli lunghi, le donne scalze e con le collane di perline gli uomini con gli stivali di gomma (unico indumento moderni) e una borsa a tracolla; come in tutte le culture andine, e non solo, le donne portano i pesi e gli uomini coltivano e si occupano del bestiame. Nella sierra vivono quattro etnie io ho avuto la possibilità di conoscere i Kogi ed ecco cosa ho imparato. I Kogi sono un popolo seminomade, vivono di agricoltura, generalmente hanno un villaggio principale e 3 o 4 fincas, tenute agricole, nelle vicinanze. Ciclicamente si spostano per controllare e curare i vari raccolti, la loro alimentazione è composta prevalentemente da jucca e altri tuberi, mangiano poca carne e poco pesce infatti hanno una corporatura alquanto ridotta.
Le loro case sono a pianta circolare, gli uomini e le donne vivono in case diverse, le loro abitudini sessuali sono al quanto bizzarre, di solito fanno sesso di giorno nei campi coltivati come segno di fertilità e per di più lo fanno immobili ovvero l’uomo giunge all orgasmo per pura concentrazione mentale e la donna ovviamente, non prova mai l’orgasmo. La mia guida mi ha raccontato che una volta ha dovuto vivere per lavoro 3 mesi in un villaggio com un amico il quale ha avuto un rapporto sessuale con una donna Kogi “all’ occidentale”, ma sfortunatamente era sposata e quando il marito è tornato , durante un rapporto sessuale si è mossa e ha capito che lei lo aveva tradito.
Come tutte le popolazioni andine anche i Kogi hanno il culto delle foglie di coca, e credono che masticandole si avvicinino di più agli dei. La loro cultura è ricca di rituali e simbolismi, la coca può essere masticata solo dagli uomini, ogni ragazzo al compiere dei 18 anni riceve un poporo, una zucca con un lungo bastoncino di legno , dove riporre la polvere di conchiglia che si aggiunge al bolo di foglie di coca per aumentarne l’effetto inebriante. La polvere si introduce in bocca con questo lungo stecchino che poi si passa sulla bocca del poporo, i resti di saliva polvere e foglie creano un rivestimento bianco che tende ad inspessirsi con il passare degli ann, questo conferisce un simbolo di maturità al maschio.
Gli indigeni sono divisi per aree ed ogni area è sotto il controllo di uno sciamano che racchiude il potere religioso e quello politico, ogni villaggio ha un capo che ha un ruolo di guardia e da intermediario con lo sciamano, se le dispute o le contrarietà non vengono risolte all’interno del villaggio si va dinnanzi allo sciamano, il quale utilizzando il poporo della persona che ha difronte riesce a leggerne la verità. Esistono ancora le punizioni corporali anche se l’umiliazione piu grande è che gli vengano tagliati i capelli, quella rappresenta la pena piu grave ed è causa di enorme vergogna per tutta la famiglia.
La religione dei Kogi è ovviamente naturista, loro credono che un tempo sole e luna vivevano sulla terra con sembianze umane e dalla loro unione sono nati i Kogi che rispettano ed amano la madre naura; invece noi occidentali siamo solo nipoti degli dei perché nom rispettiamo ed amiamo la natura, direi che il discorso fila.
I Kogi credo l nella reincarnazione familiare, ossia ognuno dei morti si reincarna nel terzo figlio del loro primo figlio maschio, quando ho chiesto loro come fosse possibile dato che di solito questo bambino nasce con loro ancora in vita, non hanno saputo rispondermi.